La Leggenda della Vera Croce

La Leggenda della Vera Croce

Il Capolavoro di Piero della Francesca

Nella Basilica di San Francesco si trova una delle più alte espressioni della pittura italiana ed europea: il ciclo di affreschi de “La Leggenda della Vera Croce”, capolavoro di Piero della Francesca. L’affresco, dipinto tra il 1452 e il 1466, narra la “Leggenda Aurea” di Iacopo da Varagine.
In questo itinerario, è descritta l’nterpretazione e viene mostrato come “leggere” il ciclo di affreschi, indicando l’ordine cronologico delle scene. Vi invitiamo a fare click sull’immagine per ingrandirla, così da poter seguire l’intera numerazione.

1. Adamo (a destra), in punto di morte, manda il figlio Set dall’arcangelo Michele per avere “l’olio della misericordia”;
Michele (sullo sfondo) nega l’olio, ma gli consegna alcuni semi dell’albero della Conoscenza, da porre in bocca ad Adamo al momento del seppellimento (a sinistra): da questi semi e dal corpo di Adamo, causa della caduta dell’uomo, nascerà un albero rigoglioso (al centro) il cui legno servirà per la Croce di Cristo, dunque per la resurrezione dell’uomo.

2. Due secoli dopo, Salomone, re di Gerusalemme, fa tagliare l’albero, ma il legno non è docile a nessuna lavorazione e viene gettato come ponte su un laghetto. La Regina di Saba, in visita al re, si inginocchia (al centro) davanti al legno, avendo avuto una premonizione sull’uso che ne verrà fatto. Durante l’incontro con Salomone (a destra), la regina svela la sua premonizione.

3. Per ordine di Salomone, il legno, che sarà causa di rovina degli ebrei, viene rimosso e gettato “ne le profondissime interiore dela terra”.

4. L’Annunciazione non compare nella “Legenda Aurea”, ma serve come richiamo compositivo (la colonna con il palo della scena 5) e narrativo: si allude, senza mostrarla, alla vita e alla morte di Cristo: il legno, infatti, disseppellito sarà usato per costruire la Croce che, dopo la Crocifissione, scomparirà.

5. Costantino, alla vigilia della battaglia contro Massenzio, nel 312, ha in sogno la rivelazione della propria vittoria nel segno della Croce.

6. L’indomani, Massenzio (secondo l’ultima interpretazione critica, si tratta invece di un re barbaro) e il suo esercito fuggono davanti alla Croce che Costantino mostra loro.

7. Perdute le tracce della Croce, Elena, madre di Costantino, fa torturare un ebreo che, convertitosi, indica il luogo.

8. Recatisi a Gerusalemme (nello sfondo a sinistra: è in realtà Arezzo, con la Chiesa di San Francesco in evidenza) si dissotterrano le tre croci. Per distinguere quella di Cristo da quella dei ladroni, vengono avvicinate a turno al capo di un giovane morto, che resuscita (a destra) al contatto con la Vera Croce. Elena si inginocchia in adorazione (come già aveva fatto la regina di Saba nel riquadro corrispondente sulla parete di desta).

9. Nel 615 il re persiano Cosroe aveva trafugato e profanato la Croce erigendola vicino al suo trono (a destra). L’imperatore d’Oriente, Eraclio, lo affronta in battiglia (a sinistra) e lo vince, ma al rifiuto di Cosroe a convertirsi, gli taglia la testa (ancora a destra).

10. Eraclio riporta la Croce a Gerusalemme: con grande umiltà (al centro), a piedi nudi e con la sola tunica, la offre ad un gruppo di anziani gerosolimitani in adorazione.

11. e 12. Due Profeti.

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